Gino Paoli se vietano le sigarette sono pronto a fondare il partito dei tabagisti

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Il cantante Gino Paoli «La sigaretta per me è un’abitudine, una dipendenza. Ma anche una specie di amico a cui chiedi di aiutarti».Non fumatori contro tabagisti. La stretta al fumo prevista dal ministero della Salute ha scatenato la polemica. In arrivo il provvedimento che vieterà di fumare all’aperto nei bar e ristoranti, parchi e fermate dei mezzi pubblici. Un divieto esteso anche alle sigarette elettroniche.

Come Gino Paoli, fumatore da decenni, intervistato da “La Stampa”. «Le leggi scattano quando manca l’educazione, sono pronto a fondare il partito dei tabagisti», ha detto. «Fonderò un partito e visto che in Italia ci sono 12 milioni di fumatori vincerei anche bene – ha detto Gino Paoli a La Stampa.

Poi cercherei di evitare imposizioni sul dove e quando fumare. Le leggi scattano quando manca l’educazione. Un tempo, specie fra altre persone, si chiedeva il permesso scusate, do fastidio? Se la risposta era no, mica ti mettevi a farti gli affari tuoi nella carrozza di un treno». «Se il fumo fa male? A 88 anni mi trovo nelle sue stesse condizioni. Gente che conoscevo e faceva una vita sana se n’è andata. Traggale sue deduzioni», aggiunge il cantante. «La sigaretta per me è un’abitudine, una dipendenza.

Ma anche una specie di amico a cui chiedi di aiutarti. A un certo punto avevo smesso. Poi in un corridoio d’ospedale, dopo l’ictus di mio padre, ho ricominciato. Ero talmente depresso e l’unica cosa che mi è venuta è stata quella. Alla mia età devo anche ammettere che con quello che ho fumato ho avuto molto più che fortuna. Non fumo quasi più, se non con la sigaretta elettronica». E oggi in un’intervista a La Stampa annuncia l’intenzione di fondare il partito dei tabagisti: «Visto che in Italia ci sono 12 milioni di fumatori vincerei anche bene. Poi cercherei di evitare imposizioni sul dove e quando fumare.

Le leggi scattano quando manca l’educazione. Un tempo, specie fra altre persone, si chiedeva il permesso: scusate, do fastidio? Se la risposta era no, mica ti mettevi a farti gli affari tuoi nella carrozza di un treno».Paoli dice che una volta ha chiesto allo scrittore Andrea Camilleri, anche lui tabagista convinto, se il fumo facesse male: «Mi rispose: a novant’anni sono ancora vivo, mentre miei amici morigerati non ci sono più.

Mi confortò che la pensasse così». Mentre lui a 88 anni dice di trovarsi nelle stesse condizioni di Camilleri: «Gente che conoscevo e che faceva una vita sana se n’è andata. Tragga le sue deduzioni». In più, aggiunge, «lo Stato tassando le sigarette fa soldi. Hanno pensato a quanti ne perderebbero?». Per lui la sigaretta è «un’abitudine, una dipendenza.

Ma anche un amico a cui chiedi di aiutarti. A un certo punto avevo smesso. Poi, in un corridoio d’ospedale, dopo l’ictus di mio padre ho ricominciato. Ero depresso e l’unica cosa che mi è venuta è stata quella». Adesso non fuma quasi più, se non con la sigaretta elettronica. Che rischia di finire nel divieto di Schillaci: «Sa qual è la mia prima reazione? Fatevi i fatti vostri, ai miei ci penso io. Ma se non sai nulla, se fai le cose solo per vezzo, è giusto che ti proibiscano questo e quello. Un cretino è un cretino».

 

Gino Paoli se vietano le sigarette sono pronto a fondare il partito dei tabagistiultima modifica: 2023-03-06T15:07:41+01:00da nessi-15
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